1/20/2009

COSA E' L'ABORTO NELLA CONCEZIONE DEI MOVIMENTI PRO VITA

Con il termine aborto e abortivo, ormai, nel linguaggio dei movimenti pro vita non si indica più soltanto ciò che attiene alla sfera dell'interruzione di una gravidanza instaurata. Dal punto di vista clinico, la gravidanza, per definizione accolta anche dall'OMS, si instaura nel momento in cui l'ovulo fecondato(allo stadio di blastula) si impianta nella parete uterina. Infatti è solo da questo momento che avvengono tutte quelle modificazioni fisiologiche nel corpo della donna che sono note sotto il nome di gravidanza ed è, peraltro, soltanto dopo l'impianto che inizia a svilupparsi l'embrione vero e proprio, l'abbozzo del nuovo organismo umano individuale. Tuttavia, questa definizione di gravidanza non è condivisa dagli esponenti della ideologia pro vita, che, in ogni caso, ritengono sufficiente per parlare di aborto, qualsiasi intervento umano che impedisca all'ovulo fecondato di impiantarsi nella mucosa uterina, con conseguente morte dello stesso, per esaurimento delle sue capacità metaboliche. Per questo motivo i medici cattolici tendono a far rientrare nella nozione di aborto, praticando una forma abusiva di obiezione di coscienza (non prevista dalla legge italiana), una serie di mezzi contraccettivi che prevengono la gravidanza inibendo l'impianto dell'ovulo fecondato o che semplicemente sono sospettati di avere questa efficacia, anche se a livello marginale e residuale: dispositivo intrauterino(iud o spirale), pillola del giorno dopo al levonorgestrel(Norlevo, Levonelle), pillola a base di solo progestinico (Cerazette), addirittura, le combinazioni estroprogestiniche a bassissimo dosaggio di etinilestradiolo(15mcg). In questo modo, sembra che i cattolici abbiano trovato un pretesto, da loro definito “scientifico”, per ottenere la messa al bando anche dei contraccettivi ad uso femminile di maggiore efficacia, in conformità alla dottrina della Chiesa che condanna qualsiasi forma di contraccezione artificiale. Certo per alcuni di questi mezzi come le combinazioni estroprogestiniche a basso dosaggio l'abortività viene asserita soltanto sul piano teorico, ma questa tesi, per altri mezzi, come il dispositivo intrauterino e la pillola del giorno dopo crea già notevoli problemi di reperibilità, a causa della obiezione di coscienza, alle volte anche mascherata da precauzione medica(es. lo iud causa infezioni e sterilità), discretamente diffusa tra medici e farmacisti di ispirazione cattolica. Dunque, in questo momento, difendere l'aborto, non significa soltanto difendere il diritto di ricorrere alla interruzione volontaria di gravidanza in senso stretto, ma anche il diritto di accedere a tutti i mezzi contraccettivi più efficaci secondo le proprie esigenze personali. Bisogna infatti sottolineare che il dispositivo intrauterino non solo è il mezzo contraccettivo in assoluto più efficace (è quello in cui c'è minore distanza tra l'efficacia teorica e quella reale), ma è anche l'unica alternativa alla pillola per donne che non possono tollerarne gli effetti avversi e desiderano comunque un protezione continuativa e ad alto livello di efficacia. Mentre, d'altra parte, la pillola del giorno dopo è un complemento indispensabile per coloro che usano esclusivamente il profilattico come mezzo di prevenzione della gravidanza, stante il suo indice di fallimento variabile tra il 7 e il 14%.

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